MILANO – Ironia sì, ma non per tutti. Lo spot del governo tedesco con cui si invita i giovani a restare a casa convince creativi a agenzie di comunicazione. Ma quel registro è un lusso che forse Berlino può permettersi e Roma no. “L’ironia è spesso uno strumento vincente perché riesce a depotenziare polarizzazioni molto forti e polemiche, però non è uno strumento che puoi utilizzare in qualsiasi circostanza”, ragiona Dino Amenduni, socio e consulente politico dell’agenzia Proforma mentre mostra i risultati di un recente sondaggio Swg. I dati sono molto eloquenti: il 74% dei tedeschi ha fiducia nelle capacità di gestione dell’emergenza da parte del governo, contro il 37% dei cittadini italiani. “Il governo tedesco si può permettere di ironizzare su questa questione perché c’è un rapporto con l’opinione pubblica talmente favorevole che gli consente di potere scherzarci su, anche in un momento così difficile, e di giocare sul meccanismo della delega: cioè chiedere ai cittadini di fare qualcosa”. Un messaggio più semplice da veicolare – aggiunge ancora Amenduni – “se i cittadini ritengono che tu, governo, stia facendo già tutto il possibile”.
“La campagna è ben fatta, pensata e realizzata per veicolare un messaggio importante” sottolinea Felice Arborea, managing partner di Miyagi, giovane agenzia di comunicazione milanese inserita dal Financial Times tra le società europee a maggior tasso di crescita. “Se volessimo trovare dei difetti – aggiunge – ci soffermeremmo sul fatto che di questa campagna non stiamo discutendo di ‘cosa dice’ ma di ‘come lo dice’. Il rischio di perdere il focus è sempre dietro l’angolo, ma naturalmente la vera efficacia andrebbe valutata osservando la risposta del target. Noi ci possiamo limitare a un giudizio esterno”.
Se se ne parla tanto, è anche perché “i tedeschi in questa veste non ce li immaginavamo, non è certo l’ironia ciò per cui li conosciamo. Invece sviluppare un progetto che usa l’ironia per un tema così serio vuol dire che era ben chiaro l’audience: i giovani. E infatti è diventato subito virale, perché facilmente condivisibile”, riflette Karim Bartoletti, partner ed executive producer di Indiana Production. “Certo non volevano parlare con gli altri Paesi, ma il fatto che ne stia discutendo tutto il mondo dà un altro merito al progetto”.
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